Controlli automatici
Sistemi lineari stazionari
Lo studio di un sistema richiede delle ipotesi semplificative che ci permettano di applicare le tecniche matematiche conosciute
Si richiede che il sistema da studiare sia lineare e stazionario
Lineare per poter applicare il principio di sovrapposizione degli effetti e quindi ridursi allo studio di processi elementari
Stazionario per rendere l'analisi indipendente dal tempo
Modello matematico del sistema
Nella forma più semplice dello studio, si considerano sistemi a un ingresso e una uscita
L'ingresso si indica con
L'uscita si indica con
Il legame tra grandezza d'ingresso u(t) e grandezza d'uscita y(t) viene descritto da una equazione differenziale:
Si studia l'evoluzione del sistema noto per , e note le condizioni iniziali
Lo strumento matematico preferito è la trasformata di Laplace che, rispetto alla trasformata di Fourier, permette di studiare l'evoluzione di un sistema partendo da condizioni iniziali non nulle e permette di considerare anche segnali non sommabili su R
Modello matematico dell'ingresso
Come segnali di ingresso ci si limita (ma non è un limite) a quelli che hanno trasformate di Laplace "semplici", cioè frazioni algebriche, facilmente manipolabili.
Pertanto si considerano solo ingressi nella forma
cioè
Sono segnali sufficientemente vari per comprendere gran parte dei casi di interesse, anche se ci sono segnali di uso comune non descrivibili in questa forma
Studio del segnale di uscita
Nelle ipotesi fatte, l'uscita del sistema assume anch'essa una forma del tipo
Passando alle trasformate di Laplace si ottiene una espressione del tipo
dove compaiono solo frazioni algebriche (polinomi), che sono facilmente manipolabili e antitrasformabili
Lo studio diventa molto semplice
Per comodità, l'uscita si scompone in due parti:
-
evoluzione libera
-
evoluzione forzata
Evoluzione libera
E' l'evoluzione che si avrebbe se l'ingresso fosse nullo.
La dinamica dell'uscita dipende solo dalle condizioni iniziali
In pratica le condizioni iniziali rendono conto della presenza energetica nel sistema. A causa dell'energia accumulata, se lasciato libero di evolvere il sistema instaura una dinamica che riflette gli spostamenti di energia tra i vari componenti.
La dinamica dell'evoluzione libera dipende da come è fatto il sistema.
Evoluzione forzata
E' l'evoluzione che si avrebbe se il sistema fosse in quiete (scarico) e fosse sottoposto all'ingresso.
La dinamica dipende da come è fatto il sistema e dall'ingresso che lo stimola.
Funzione di trasferimento
Il fattore
presente nel calcolo dell'evoluzione forzata viene detto funzione di trasferimento
E' una caratteristica del sistema.
Si può immaginare come la risposta del sistema ad un ingresso impulsivo unitario
La funzione associata si dice risposta impulsiva
La funzione di trasferimento si può scrivere in vari modi in base a quali caratteristiche si vogliono evidenziare
Forma con zeri e poli
Forma di Bode
Diagrammi
Per riuscire a manipolare concettualmente la funzione di trasferimento, si sono proposte varie rappresentazioni grafiche, alcune delle quali sono:
Diagramma di Bode
Diagramma di Nyquist
Diagramma di Nichols
Le rappresentazioni grafiche hanno lo scopo di associare alcune caratteristiche del grafico a comportamenti rilevanti del sistema.
Stabilità
Una caratteristica desiderabile per un sistema è la sua stabilità
Esistono varie formulazioni di stabilità, ma l'idea è quella di avere un sistema che si mantenga sotto controllo
Un sistema fuori controllo porterebbe a condizioni distruttive
Nei casi considerati la proprietà di stabilità si associa all'avere i poli della funzione di trasferimento posizionati nel semipiano complesso a parte reale negativa
Regime transitorio e permanente
La risposta forzata si scompone convenzionalmente in regime transitorio e regime permanente
Si vuole che la componente di regime transitorio abbia la forma dell'evoluzione libera
Si vuole che la componente di regime permanente abbia la forma dell'ingresso
Pertanto se l'ingresso ha trasformata
e la funzione di trasferimento è
allora la risposta forzata si scompone nel modo seguente:
ottenendo:
componente di uscita transitoria
componente di uscita permanente
Regime permanente per ingresso sinusoidale
Particolarmente interessante è il regime permanente ad ingresso sinusoidale perchè ci consente una analisi spettrale del comportamento del sistema
Dato un ingresso sinusoidale
la sua trasformata è
a cui corrisponde una uscita
Ponendo
si ha
In pratica il sistema ha una risposta sinusoidale alla stessa frequenza. Si ha una variazione di ampiezza e fase del segnale di ingresso
Tramite ingressi sinusoidali a varie frequenze è possibile rilevare sperimentalmente
Però questo procedimento presenta varie difficoltà, quindi si preferisce analizzare la risposta del sistema a segnali opportuni, come ad esempio il gradino
Regime transitorio e indici di comportamento
Il regime transitorio rende conto del comportamento del sistema alle variazioni del suo stato.
Per descrivere tale comportamento sono stati proposti vari indici di comportamento.
Questi si riferiscono sia al comportamento nel tempo che al comportamento in frequenza.
Con l'esperienza si impara a valutare il valore dato da questi indici.
Collegamento di sottosistemi
Si ipotizza un collegamento privo di effetti di carico (ipotesi irrealistica, ma utile)
Collegamento in serie: la funzione di trasferimento del sistema risultante è data dal prodotto delle funzioni di trasferimento
Collegamento in parallelo: la funzione di trasferimento del sistema risultante è data dalla somma delle funzioni di trasferimento
Collegamento in retroazione negativa: la funzione di trasferimento del sistema risultante è data da
azione diretta
retroazione
Controllo automatico in retroazione
Il controllo automatico prevede di determinare l'azione utile ad influenzare il comportamento di una grandezza
L'efficacia del controllo viene misurata sull'errore che si ottiene rispetto all'uscita desiderata
Nel controllo a catena aperta ci sono dei problemi:
-
scarsa precisione nei parametri del sistema
-
disturbi e rumori che alterano i segnali
-
difficoltà di realizzazione del controllore
Si preferisce ricorrere al controllo a retroazione
Questo schema prevede di determinare l'azione di controllo non riferendosi all'ingresso di riferimento, ma all'errore rispetto all'uscita desiderata
Si ottiene un sistema complessivo meno sensibile agli errori nei parametri e ai disturbi e con un comportamento dinamico migliore
Controllori PID
La forma più semplice (ma meno efficace) e diffusa di controllori sono i PID
In questo controllori possiamo agire su tre azioni:
-
P proporzionale
-
I integratrice
-
D derivatrice
Il controllore attua una funzione di trasferimento del tipo
Sono diffusi perchè richiedono la taratura di soli 3 parametri, raggiungibile con un po' di esperienza anche da chi non ha conoscenze approfondite in materia di controlli
Ovviamente il prezzo da pagare è la ridotta possibilità di intervento nel controllo del sistema, che tuttavia risulta essere adeguata in molti casi pratici.